Il governo italiano è "fiducioso" sulla possibilità che la Grand Chambre accolga il ricorso presentato nelle settimane scorse contro la sentenza della Corte europea che vieta l''esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. A illustrare la posizione dell''esecutivo, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta insieme a Carlo Cardia, docente di diritto ecclesiastico, consulente sul caso e autore del libro sulla materia che verrà presentato il 4 maggio in Senato.
Letta ha spiegato "che la Grande Chambre ha già dichiarato ammissibile il ricorso presentato dall''Italia e verrà discusso il 30 giugno, mentre tra pochi giorni, il 30 aprile, presenteremo una memoria che illustra le nostre tesi". Convinto della possibilità di una revisione il professor Cardia per il quale "ci sono tutte le condizioni perchè quella sentenza della Corte, che non ha tenuto in considerazione sia elementi giuridici che di fatto, sia rivista dalla Grande Chambre". Tra i rilievi evidenziati da Cardia il fatto che "la Corte con questo pronunciamento che vieta l''esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche ha contraddetto una giurisprudenza pluridecennale non di altri organi ma propria" e ha commesso anche "errori tecnico-giuridici" giungendo a una "sentenza espansiva che se confermata provocherebbe l''abolizione, davanti a una controversia, di tutti i simboli religiosi in altri paesi europei".
La questione "riguarda tutta Europa tant''è vero che a reagire in modo più deciso sono stati i paesi ortodossi, dalla Russia alla Grecia dove il patriarca voleva convocare un concilio generale. Per non pensare al fatto che gran parte dei paesi del Nord Europa esibiscono croci nei loro vessilli…". C''è, certo, l''esempio della Francia. "Se si toglie tutto come in Francia una coerenza c''è – spiega Cardia – ma non c''è se si toglie solo il crocifisso perchè sono le leggi italiane a permettere che ci siano simboli come il velo, la stella di David, il turbante e il pugnale dei Sikh. Insomma se restano questi simboli e sparisce il crocifisso uno studente che entra in una scuola italiana penserà di essere invece in una indonesiana".